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2001-2021 L’Aref compie vent’anni!

Il 7 giugno 2001 nasce a Brescia lAssociazione artistica e culturale Emilio Rizzi e Giovan Battista Ferrari. I soci fondatori sono: Roberto Ferrari, Carla Angela Volpi, Licio Ferrari, Norma Giacomini, Miretta Rizzi Miari, con il contributo di Salvatore Ferrari e Silvia Iacobelli. I due artisti cui l’Associazione è dedicata, sono Giovan Battista Ferrari (1829-1906) ed Emilio Rizzi (1881-1952).

L’Aref nata inizialmente con l’intento di tenere viva la memoria di questi due artisti, quasi subito individua nuovi e più articolati obiettivi. Il sodalizio inizia ad elaborare un progetto di politica culturale di ampio respiro che poggia su precisi contenuti e indirizzi programmatici.

Al centro si colloca un costante programma di studi sul sistema dell’arte bresciano, la sua genesi, lo sviluppo le criticità. Il fine è gettare le basi per la realizzazione di una moderna storia dell’arte bresciana.

L’Aref inizia la sua attività avviando uno studio approfondito sulla vita e l’opera di Rizzi che sfocia nel 2002 in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del pittore, nell’antologica allestita nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia.

Il 2006 l’anno del centesimo anniversario della morte di Giovan Battista Ferrari, l’Aref ha allestito la grande retrospettiva in Castello, nelle sale del Grande Miglio.

Il lungo e complesso percorso di studi sui due artisti ha portato alla costituzione di un gruppo di lavoro permanente che tuttora gestisce l’associazione, formato da operatori del settore, tutti volontari. Una delle singolarità dell’Aref è proprio quella di operare con una gestione collegiale, basata sulla totale condivisione delle finalità del sodalizio.

L’inaugurazione di SpazioAref il 28 settembre 2006 della sede in Piazza Loggia, nella casa che era stata di Emilio Rizzi, ha rappresentato un momento di svolta per l’associazione, che crea un ambito pubblico di educazione permanente dove realizzare una controinformazione periodica su aspetti problematici del mondo della cultura e dell’arte. Prendono vita rassegne dedicate alla musica, alla poesia contemporanea, alla fotografia e cicli di conferenze a tema con la presenza di esperti di chiara fama.

Dal 2016 sono state create delle rassegne che affrontano alcuni nodi problematici della storia dell’arte contemporanea, sempre nell’ottica della controinformazione: Arte e potere, Arte e rivoluzione, Arte e contestazione, Arte e critica d’arte. Con Aref in Musica, curata da Mauro Montalbetti, FareSpazio alla poesia, curata da Massimo Migliorati e FotografAref curata da Rinaldo Capra, le rassegne si sono aperte ad altri ambiti dell’arte non solo figurativa.

Nella Galleria, situata a livello della piazza, si realizzano le mostre; al primo piano, dove è esposta in permanenza la collezione di alcune opere dei due artisti, si tengono gli incontri e le conferenze. Al terzo piano è custodito l’atelier del pittore, mantenuto allo stato originale, di come Rizzi l’ha lasciato nel 1952, anno della sua morte.

L’attività espositiva è uno degli assi portanti nel progetto dell’Aref, che con buona approssimazione è giunta a un totale di 130 mostre realizzate, di cui la maggior parte sono state dedicate alla pittura, seguite da quelle di fotografia, di grafica e infine di scultura.

L’attività di ricerca si è data strumenti efficaci, come la creazione dell’AABC, l’Archivio dell’Arte Bresciana Contemporanea con la biblioteca di storia dell’arte contemporanea e le collane editoriali Segmenti dell’Associazione.

Lo studio della biografia di alcuni protagonisti di questo sistema è iniziato prendendo in esame la vita e l’opera di due dei più importanti artisti bresciani del dopoguerra: Enrico Ragni e Pierca – Pier Carla Reghenzi.

Questa modo di procedere, basato sull’intreccio di studi, esposizioni e collaborazioni spesso con le famiglie degli artisti, è stato attuato per numerosi protagonisti storicizzati dell’arte del secondo ‘900, come Cesare Monti, Ermete Lancini, Ugo Aldrighi, Eugenio Levi, Aldo Bresciani, Mario Cornali, Virgilio Vecchia e Alessandro Pianeti.

La Galleria dell’Aref ospita anche degli artisti viventi che vogliono presentare il proprio lavoro in città.

Negli anni sono state allestite mostre con un intento più marcatamente politico come quelle di Gian Giacomo Spadari e Paolo Baratella in occasione dei quarant’anni della Strage di Piazza della Loggia. Nel 2015 nel settantesimo anniversario della Liberazione, l’istallazione di Martina Rocchi Efecto mariposa. Luce sul passato per illuminare il presente ha proposto una riflessione in chiave moderna di un fatto importante della storia dell’Italia. Due anni dopo è stata organizzata la mostra dei Manifesti della Rivoluzione d’ottobre e nel 2019, quella delle litografie di David Alfaro Siqueiros della collezione De Micheli.

Le mostre dell’Aref con un’attenzione specifica al rapporto tra arte e politica mirano a indagare quale ruolo possa avere oggi l’arte sociale nei confronti della realtà.

Un altro aspetto rilevante nella programmazione espositiva dell’Aref di questi vent’anni è stato quello dedicato alla fotografia nella sua qualità di documento storico fondamentale. Nel 2004, in occasione del 30° anniversario della strage di Piazza della Loggia, sono state esposte le foto originali scattate in quel tragico evento; allo stesso anno risale Album coloniale. Fotografie di Giuseppe Miari e di Fernando Abela uno spaccato fotografico sulla realtà di alcune colonie italiane negli anni Trenta. Infine nel 2018, nell’ambito delle iniziative dedicate alla Rivoluzione d’Ottobre, è stata allestita la mostra Atelier Bulla e figli.

L’Aref ha costantemente elaborato programmi aperti alla collaborazione con diverse istituzioni pubbliche e numerose realtà associative. Ad alcune associazioni culturali e artistiche l’Aref ha proposto, con la pubblicazione La cultura e l’arte come nuove forme di riqualificazione e sviluppo, una piattaforma politica per un progetto culturale finalizzato all’avvio di una riforma del sistema dell’arte locale.

Un punto di svolta per la crescita di consapevolezza degli operatori dell’Aref è stato la conferenza che l’Associazione stessa ha tenuto, in collaborazione con l’ANPI, nel 2013 sul Bigio, in seguito alle polemiche avvenute in città per un possibile ricollocamento della statua di epoca fascista nel suo sito originale in piazza Vittoria. Da quel momento SpazioAref, con numerose manifestazioni ha creato nuove modalità di espressione della cultura democratica e antifascista, che coinvolga il territorio anche attraverso la costruzione di percorsi della Resistenza aprendo un fronte di collaborazione verso le problematiche del patrimonio, del territorio e dell’ambiente.

Con le sue quasi 700 iniziative, per la maggior parte realizzate con le proprie esclusive risorse, l’Aref costituisce una voce autonoma e indipendente a Brescia che ha saputo negli anni condurre un percorso di conoscenza critica del sistema dell’arte nel quale è inserita.

Il bilancio dei vent’anni di attività dell’associazione è impostato non solo come un regesto delle attività svolte, ma anche come una riflessione critica del cammino percorso e un’occasione per il rilancio di una serie di proposte ad altri soggetti del contesto artistico e culturale bresciano.

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